Il panettone diventa Ambasciatore dell’alta pasticceria italiana. Mai provato con il gelato?

Il dolce più amato del Natale è senza dubbio il panettone. Tra miti e leggende ci sono diverse storie che si contendono l’origine di questo dolce natalizio:

Messer Ulivo degli Atellani, falconiere, abitava nella Contrada delle Grazie a Milano. Innamorato di Algisa, bellissima figlia di un fornaio, si fece assumere dal padre di lei come garzone e, per incrementare le vendite, provò a inventare un dolce: con la migliore farina del mulino impastò uova, burro, miele e uva sultanina. Poi infornò. Fu un successo strabiliante, tutti vollero assaggiare il nuovo pane e qualche tempo dopo i due giovani innamorati si sposarono e vissero felici e contenti.

• Il cuoco al servizio di Ludovico il Moro fu incaricato di preparare un sontuoso pranzo di Natale a cui erano stati invitati molti nobili del circondario, ma il dolce, dimenticato nel forno, quasi si carbonizzò. Vista la disperazione del cuoco, Toni, un piccolo sguattero, propose una soluzione: «Con quanto è rimasto in dispensa – un po’ di farina, burro, uova, della scorza di cedro e qualche uvetta – stamane ho cucinato questo dolce. Se non avete altro, potete portarlo in tavola». Il cuoco acconsentì e, tremante, si mise dietro una tenda a spiare la reazione degli ospiti. Tutti furono entusiasti e al duca, che voleva conoscere il nome di quella prelibatezza, il cuoco rivelò il segreto: «L’è ‘l pan del Toni». Da allora è il “pane di Toni”, ossia il “panettone”.

La vera origine del panettone va ricercata nell’usanza diffusa nel Medioevo di celebrare il Natale con un pane più ricco di quello di tutti i giorni. Un manoscritto tardo quattrocentesco di Giorgio Valagussa, precettore di casa Sforza, attesta la consuetudine ducale di celebrare il cosiddetto rito del ciocco. La sera del 24 dicembre si poneva nel camino un grosso ciocco di legno e, nel contempo, venivano portati in tavola tre grandi pani di frumento, materia prima per l’epoca di gran pregio. Il capofamiglia ne serviva una fetta a tutti i commensali, serbandone una per l’anno successivo, in segno di continuità.

Indipendentemente dalla storia in cui credete, certo è che il Panettone riceverà l’investitura ufficiale di Ambasciatore dell’alta pasticceria artigianale italiana nel mondo durante la prossima edizione del Sigep, il Salone internazionale della gelateria e della pasticceria organizzato da Italian Exhibition Group (la società nata dall’integrazione fra Rimini Fiera e Fiera di Vicenza), in programma a Rimini dal 21 al 25 gennaio 2017.

L’iniziativa nasce da un’intuizione del maestro Iginio Massari e intende radicare in tutto il mondo un prodotto ormai patrimonio di tutto il Paese. “Personalmente, ogni anno, apporto modifiche al panettone – rivela Massari -. Modifico le parti aromatiche, quelle che danno più appetibilità, maggiore godibilità. La qualità del prodotto, infatti, non è statica, perché le esigenze mutano sempre”.

“Quest’anno ho deciso di non inserire i canditi – racconta il Maestro Pasticcere Luigi Biasetto – ho sperimentato l’utilizzo di perle di vaniglia, creando il “Panettone perlato“, con perle di cioccolato bianco e vaniglia, che permettono di mantenere tutta la croccantezza durante la degustazione”. Mentre Federico Anzellotti, presidente della Confederazione Nazionale Pasticceri Italiani, promuove il panettone in vetro cottura: “viene chiuso in un contenitore e cotto per 75 minuti a bassa temperatura. Poi raffreddato a testa in giù. Così trattiene i sapori, i consumatori lo stanno apprezzando molto”. A Rimini Roberto Rinaldini sforna il “VeryIrresistible Panettone“, con amarene e cioccolato 70%, farcito con crema di nocciole, un panettone che diventa quasi un dolce al cucchiaio. “Dalla nostra scuola di pasticceria Pastry Concept – aggiunge il Maestro Leonardo Di Carlo – è nata una ricetta con sentori di nocciola, grazie all’uso del burro nocciola, morbido per il punto di fusione basso dei grassi, molto ricco di frutta candita e secca”. Candida Pelizzoli, Vice Presidente dell’Associazione Maestri della Gelateria Italiana, da qualche anno propone invece il “Panettone con paesaggio“, con pezzetti di cioccolato al latte o fondente, glassato al cioccolato, “incoronato con un paesaggio natalizio”.
Ma quello che piace sempre più è il binomio Panettone e Gelato: “noi proponiamo – spiega Vincenzo Pennestrì, presidente dell’Associazione Italiana Gelatieri – “Excellent“, un panettone con zenzero candito e marroni, ripieno con gelato al marron glacè e cioccolato fondente al 70%”.

E voi, con quale gusto di gelato farcireste il vostro panettone di Natale?

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